Pannello 9

7 maggio 1945: A Reims prima e poi il giorno seguente a Berlino viene firmata la resa incondizionata della Germania. Anche se la Polonia ha vinto la guerra, non è tra i vincitori. Non ha recuperato l’indipendenza, è rimasta invece sotto il controllo di Mosca. Ha perso oltre la metà dei suoi territori d’anteguerra: occupati da Stalin nel 1939, in seguito da Hitler nel 1941 e poi nuovamente annessi all’URSS nel 1944. A essere privati della loro “casa” sono soprattutto i polacchi provenienti dai territori orientali annessi all’Unione Sovietica (la maggioranza dei soldati del 2° Corpo). Non si sentono per nulla “ricompensati” dal fatto che le nuove frontiere della Polonia inglobano a nord e a ovest terre tolte alla Germania. Gli spostamenti dei confini (e le relative migrazioni di popolazioni), segretamente discussi già a Teheran (novembre 1943), sono sanciti da URSS , USA e Gran Bretagna nelle conferenze di Jalta (febbraio 1945) e Potsdam (luglio 1945). Al posto del govern o polacco in esilio a Londra, da cui dipende il 2° Corpo, gli Alleati riconoscono il governo pro-sovietico che si è insediato a Varsavia. Le forze militari polacche che hanno combattuto i nazisti sui fronti occidentali diventano una presenza “scomoda”. Per motivi di opportunità politica, i soldati polacchi non vengono invitati alla Parata della Vittoria che si tiene a Londra l’8 giugno 1946. La RAF invita soltanto gli aviatori polacchi, che però rifiutano l’invito.